Venezia, nel XVI secolo, un modello di calzatura chiamata “Chopina” costringeva le donne ad arrampicarsi su zatteroni che giungevano in alcuni casi a sfiorare il mezzo metro di altezza. Ci volevano due aiutanti per montare su queste esagerate e poco pratiche calzature, eppure le donne le ostentavano con orgoglio, a dispetto dei risolini dei forestieri che venivano in città talvolta soltanto per ammirare queste torreggianti statue viventi. Anche se si dice che le chopine vennero vietate dopo che un gran numero di donne incinte avevano abortito in seguito a cadute. Si ritiene che i mariti veneziani avessero favorito l’introduzione delle chopine perché limitava il rischio che le mogli andassero troppo in giro. Le autorità ecclesiastiche, solitamente poco inclini ad approvare gli ultimi ritrovati della moda, furono da subito favorevoli alle chopine, perché limitavano i movimenti e scoraggiava attività peccaminose quali la danza. La parola viene del arabo, chippin (Korkeiche) che diventava chioppino, cioppino… (Non da confondere con i zoccoli, sono una cosa ben diversa – altro che le zoccole, non cercare mai questa parola!)